Attacco al Cafè 56 a Basilea |
Quella appena passata è stata una giornata che ha riportato il terrore nella popolazione europea e mondiale: nel corso della serata del 9 marzo si sono, infatti, registrate due fatti di cronaca nera che hanno rialzato l'allarme terrorismo, ma c'è già chi smentisce questa possibilità.
A Dusseldorf, in Germania, un uomo armato di un'accetta ha provocato diversi feriti nella stazione centrale della città: secondo i primi racconti, l'uomo avrebbe cominciato la sua follia omicida sul treno per poi scendere e continuare la sua opera di pura pazzia. Successivamente, l'uomo ha cercato di fuggire sui binari e gettandosi da un ponte, ma è stato catturato dalla polizia: si tratterebbe di un uomo di 36 anni, originario dell'ex Jugoslavia e con gravi problemi psichici.
Poche ore dopo anche in Svizzera, a Basilea, si è verificato un altro fatto di cronaca del genere: due uomini armati sono entrati in un bar della città, il Cafè 56, e hanno iniziato a sparare a raffica sui clienti, provocando la morte di due persone di cui non si conosce ancora l'identità. I due sono fuggiti verso la stazione ferroviaria di Baden, facendo perdere le loro tracce. Anche qui è stata sin da subito smentita la voce di un attacco terroristico: ciò che emerge è una verità svizzera che finora era rimasta segreta, ovvero che gli uomini che hanno prestato il servizio militare possono conservare con sè le armi. Questo fa sì che oggi in Svizzera si contino 2 milioni di armi su una popolazione di 8 milioni di abitanti.
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