lunedì 18 maggio 2020

Yousho, come guadagnare con il passaparola online


Partiamo dalle basi, cosa vuol dire fare passaparola? Il passaparola lo si fa la maggior parte delle volte inconsciamente: per esempio, quando si acquista un prodotto di qualsiasi genere e ne si parla bene con gli amici e parenti facciamo involontariamente della pubblicità gratuita per quell’azienda che ha venduto il prodotto. Come? Molto semplice. Quando parlate di quel prodotto, lo state pubblicizzando in maniera del tutto gratuita. Se ne parlate bene con i vostri amici allora anche loro saranno invogliati ad acquistarlo. 
Ecco un altro esempio: vi è mai capitato di andare in un ristorante o in pizzeria con amici, e poi il giorno dopo ne avete parlato con i vostri parenti dicendo che in quella pizzeria o ristorante si mangia bene? E magari ci siete ritornati a mangiare con i vostri parenti dopo qualche tempo? Si, avete portato dei nuovi clienti a quel ristoratore che ci è andato a guadagnare. E voi cosa avete guadagnato in termini monetari? Nulla, esatto avete fatto della pubblicità gratuita a quel locale che potrà continuare a fatturare solo perché esiste il passaparola ed offre un buon servizio. 

E se vi dicessi che esistono aziende che sono disposte a pagare per questo passaparola gratuito? Voi vorreste conoscerle? L’azienda che vi sto per presentare è una azienda italiana fondata da Pio Cancro insieme a Massimiliano Leggieri e Arnaldo Guido, Yousho, una piattaforma che sfrutta al meglio il passaparola digitale oppure chiamato referral marketing.
All’interno di questa piattaforma si trovano oltre 90 siti di e-commerce, come Ebay, Aliexpress, Booking.com, Gamestop, Adidas, Puma, Bottega Verde e molte altre. Le persone che si sono iscritte a questa piattaforma vengono chiamati Yousher e sono coloro che parlano dei loro acquisti attraverso questa applicazione. 

Vi sarete chiedendo, perché devo usare questa piattaforma se già acquisto su quei siti? Molto semplice:

1. Chi si registra su Yousho, inizia a partecipare al primo fidelity program remunerativo al mondo, è come quando acquistiamo nel nostro supermercato con la carta fedeltà e la cassiera ci affida i punti in base a ciò che abbiamo speso, per poi convertire quei punti in buoni spesa o ricevere degli omaggi scontati, ma questa carta fedeltà funziona solo con un tipo di supermercato, per esempio la Coop. Se si acquista tramite Yousho non solo avrete la possibilità di ricevere questi punti, chiamati Fidelity Points, ma potete accumularli attraverso tutte le piattaforme e-commerce che Yousho ha al suo interno. Questo, vorrà dire che su tutti i prodotti degli e-commerce noi guadagneremo Fidelity Points. Ovviamente questi Fidelity Points possono essere convertiti in buoni. 


2. Chi utilizza Yousho noterà non solo un risparmio economico, ma anche di tempo : Yousho è anche un comparatore di prezzi, ovvero confronta attraverso un algoritmo oltre 2 milioni di prodotti dei diversi e-commerce e vi restituisce solo i prodotti più convenienti in base al criterio di ricerca. 

3. Come guadagnare con Yousho? Se sei arrivato a questo punto dell’articolo, allora ti consiglio di scrivermi a questo indirizzo e-mail: my_sonline@outlook.it , dove ti spiegherò come guadagnare attraverso quest’app. 

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venerdì 15 maggio 2020

Addio a Ezio Bosso: aveva 48 anni


Il mondo della musica dice addio ad un grande nome del panorama musicale mondiale: Ezio Bosso ci lascia all'età di 48 anni. Il celebre pianista e compositore torinese ha perso la sua battaglia contro una malattia degenerativa che non gli ha lasciato scampo.


Ezio Bosso e la sua ospitata a Sanremo 2016

Sebbene il nome di Ezio Bosso fosse già noto agli intenditori di musica, la sua popolarità è cresciuta notevolmente grazie alla sua presenze come ospite al Festival di Sanremo 2016: fu Carlo Conti, l'allora conduttore del Festival, a volerlo fortemente sul palco dell'Ariston. La sua esibizione di "Following a Bird", composizione contenuta nell'album "The 12th Room, portò ad un enorme successo quell'album che scalò le classifiche nel giro di pochi giorni.


La storia di Bosso ha emozionato tutti: per lui non è stato facile raggiungere quella posizione nel mondo della musica Classica. Ha dovuto lottare contro tutti e tutto, contro ogni pregiudizio: una sua frase famosa è stata "Fin da bambino ho lottato col fatto che un povero non può fare il direttore d'orchestra, perché il figlio di un operaio deve fare l'operaio, così è stato detto a mio padre".

Ezio Bosso e la malattia

Il nome di Ezio Bosso, però, è anche legato ad una terribile malattia degenerativa: nel 2011 gli fu diagnosticata questa patologia dopo l'intervento per un cancro al cervello. All'inizio si parlò di Sla, ma successivamente fu diagnosticata una malattia autoimmune con sintomi simili alla Sla: ad essere colpite sono state le cellule cerebrali responsabili del controllo dei movimenti e che hanno portato ad una lenta inibizione dei muscoli degli arti e di altre funzioni vitali, come la respirazione e la deglutizione.
La morte è avvenuto a causa del degenerare delle malattie che da anni lo affliggevano.
I funerali si svolgeranno in forma privata per rispetto del dolore dei suoi familiari.

sabato 9 maggio 2020

Addio a Little Richard, il vero re del Rock'n'Roll


Se ne va un altro grande nome della musica: a 87 anni per cause ancora sconosciute è morto Little Richard, da molti considerato il vero re del genere Rock'n'roll, colui che ha dato inizio ad un modo di muoversi e cantare successivamente copiato da altri suoi colleghi.

Little Richard e il Rock'n'roll

Little Richard, il cui vero nome è Richard Danny Penniman, è da molti considerato il re del Rock'n'roll: in effetti, fu lui che negli anni Cinquanta diede vita a questo genere musicale, abbinando ad un modo nuovo di cantare anche alcuni passi di danza.
Tra i suoi brani più celebri c'è senza ombra di dubbio Tutti Frutti: il successo di questo brano così travolgente parte da quell'inizio unico e irripetibile, il famoso Womp-bomp-a-loom-op-a-womp-bam-boom!. Altre canzoni famose sono Lucille, Long Tall Sally, Good Golly Miss Tolly.


Il suo successo, però, si spense subito a causa sia della sua presunta omosessualità sia del suo essere eccessivo e trasgressivo: il mondo della musica cercò di fare affidamento su personaggi più tranquilli e affidabili, come Elvis Presley, che ha imitato molti movimenti di Little Richard, oltre a interpretare molti dei suoi brani.

Silvia Romano è stata liberata: l'annuncio di Conte su Twitter


Silvia Romano è libera: ad annunciarlo su Twitter è il premier Giuseppe Conte che ha voluto condividere la gioia per questa bella notizia con tutti gli Italiani. La giovane volontaria milanese riacquista la libertà dopo circa un anno e mezzo di prigionia in Somalia: è stata liberata a 30 chilometri da Mogadiscio grazie ad un'intraprendente operazione dei servizi di intelligence.

Silvia Romano rapita il 20 novembre 2018

La giovane cooperante milanese di 24 anni si trovava in Kenya, precisamente nel villaggio di Chakama a 80 chilometri da Malindi: la sua presenza nel paese africano era legato alla sua volontà di aiutare la popolazione del luogo come volontaria della onlus Africa Milele.

Nel corso della notte del 20 novembre 2018 Silvia fu rapita, facendo perdere le sue tracce da subito: dal primo momento si è pensato ad un rapimento da parte di jihadisti del posto e per motivi forse legati alla religione. 

Nei mesi successivi, però, le forze dell'intelligence hanno intuito che la giovane fosse stata trasferita in Somalia e consegnata a jihadisti di Al Qaeda: si era parlato di proselitismo religioso, ma sin da subito i suoi familiari e i suoi amici avevano letto dietro la conferma di Silvia a una conversione all'Islam una scusa, un modo per sopravvivere e magari pensare ad una via d'uscita.

L'annuncio di Conte su Twitter

Il primo a rendere ufficiale la liberazione di Silvia Romano è stato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: l'annuncio è arrivato tramite un tweet su Twitter. 


Conte ha annunciato dapprima: "Silvia Romano è stata liberata" e poi ha voluto ringraziare le donne e gli uomini dei servizi di intelligence esterna. Ha concluso con un bellissimo "Silvia, ti aspettiamo a casa".

Subito dopo la liberazione, le prime parole di Silvia Romano sono state: "Sono stata forte, ho resistito. Non vedo l'ora di ritornare a casa". Il suo rientro è previsto per la giornata di domani 10 maggio.

giovedì 7 maggio 2020

Adele e la dieta Sirt: come funziona

Adele dimagrita nel giorno del suo 32esimo compleanno
Nel giorno del suo 32esimo compleanno Adele, la cantante britannica dalla voce d'usignolo, ringrazia pubblicamente i suoi fans e lo fa postando una sua foto su Instagram: in tanti hanno pensato che non fosse lei. Il motivo? La cantante ha perso più di 30 chili.

Adele magrissima per i suoi 32 anni

La cantante londinese si è mostrata sui social in una forma invidiabile: minidress nero con maniche a sbuffo, tacchi a spillo, capelli lisci e il suo sorriso raggiante. 
Nel post di Instagram oltre a ringraziare i numerosi fans per gli auguri di compleanno, ha ringraziato anche tutto il personale medico e i soccorritori britannici per quello che hanno fatto, stanno facendo e faranno in questa situazione di emergenza Coronavirus.

Tornando al suo dimagrimento drastico, Adele ha raccontato di essere riuscita a perdere tanti chili grazie alla dieta Sirt, nota anche come dieta del gene magro: a differenza delle altre diete che tolgono alimenti, la dieta Sirt inserisce nel regime alimentare determinati cibi e pietanze capaci di accelerare il metabolismo, favorendo così un rapido smaltimento dei grassi.

Ma quali sono questi alimenti? Beh, non è necessario fare ricorso a cibi strambi: tra gli alimenti ammessi nella dieta Sirt vi è il cioccolato fondente, l'olio extravergine di oliva, il the, il caffè. Naturalmente sempre rispettando una certa dose giornaliera.

La dieta Sirt

Questa dieta è stata messa a punto da due nutrizionisti, Aidan Goggins e Glenn Matten, e prevede l'introduzione di speciali alimenti che contengono le sirtuine, speciali proteine capaci di accelerare il metabolismo.

Nel dettaglio ecco quali sono i cibi Sirt:
  • peperoncino (la varietà Bird’s Eye è la migliore)
  • grano saraceno
  • capperi
  • sedano
  • cacao
  • caffè
  • olio extravergine d’oliva
  • tè verde (da preferire il Matcha)
  • cavolo riccio
  • levistico (anche noto come sedano di monte)
  • datteri
  • prezzemolo
  • radicchio rosso
  • cipolla rossa
  • vino rosso
  • rucola
  • soia
  • fragole
  • curcuma
  • noci
In media si perdono circa 3,5 kg a settimana e si prevede un programma rigoroso di 3 settimane da seguire alla lettera che si articola su due fasi:

  1. nella fase 1, che dura 7 giorni, è prevista l'assunzione per i primi 3 giorni di un massimo di 1000 calorie, acquisibili tramite un piatto solido e 3 succhi verdi Sirt. Dal quarto giorno è possibile aumentare le calorie a 1500, consumando 2 succhi verdi e 2 pasti solidi. Vi sono però delle regole da rispettare: i succhi verdi vanno consumati 1 ora prima o 2 ore dopo i pasti solidi e il pasto solido non deve mai essere consumato dopo le ore 19;
  2. nella fase 2 si possono consumare 3 pasti solidi equilibrati, 1 succo verde (al mattino appena svegli o almeno 30 minuti prima della colazione) e 1-2 spuntini Sirt.

venerdì 1 maggio 2020

La Bioetica: la visione laica e cattolica


Con il progredire della società e, soprattutto, delle nuove tecnologie che attribuiscono all’uomo la possibilità di intervenire sull’evolversi dello studio e dell’ambiente, molti studiosi si sono posti il problema della regolamentazione dello sviluppo degli studi scientifici sia in fase di ricerca sia in quella di utilizzo. Nessuna formula o definizione, però, potrà portare a identificare ciò che è giusto o sbagliato che sia valida per tutti gli individui di ogni tempo e luogo. Spesso le decisioni vengono assunte più per conformismo a tradizioni culturali e contesti socio – educativi piuttosto che in base ad una critica riflessione su di esse. Tra queste opportunità si trova quella di indagare le proprie convinzioni e le proprie personali risposte etiche alla luce di quelle altrui, assumendo un atteggiamento tollerante in modo da contribuire ad uno scambio di vedute tra gli essere umani. Per riflettere sugli interrogativi etici sollevati dal progresso scientifico che ha condotto a nuove situazioni e a nuovi contesti è nata la bioetica. Il termine “bioetica” è stato usato per la prima volta nel 1970 dall’oncologo americano Van Rensselaer Potter, nel suo articolo “Bioerhics. The sciense of survival”, il quale riteneva che si dovesse creare una nuova disciplina che racchiudesse in sé sia la conoscenza biologica, sia i valori umani: “ho scelto la radice bio per rappresentare la conoscenza biologica, la scienza dei sistemi viventi; ed ethics per rappresentare la conoscenza del sistema dei valori umani” . Potter ha inteso la bioetica come una scienza il cui raggio d’azione sarebbe dovuto essere l’uomo ma anche ogni suo intervento sulla vita in generale. L’ambito proprio della bioetica deve far riferimento alle nuove condizioni nelle quali si verificano il nascere, il morire e il prendersi cura degli esseri umani. La sua natura è multidisciplinare perché include al suo interno varie materie quali la biologia, la medicina, la filosofia, il diritto, la religione. Le problematiche legate alla bioetica sono numerose, infatti le sue tematiche tipiche sono quelle che riguardano l’aborto, l’accanimento terapeutico, la contraccezione, l’utilizzo delle cellule staminali, la clonazione, l’eutanasia, l’ingegneria genetica, la procreazione assistita, la sperimentazione clinica dei farmaci, la sterilizzazione, il suicidio, il trapianto di organi. Nel corso degli anni la bioetica diventa una vera e propria disciplina ed entra a pieno titolo nell’ambito della scienza, diversificandosi secondo i valori di chi la sviluppa: si creano due grandi correnti la bioetica laica rappresentata dalla nozione di qualità della vita come valore dell’esistenza umana e la bioetica cattolica di matrice religiosa centrata sul concetto di dignità della persona come valore fondante e quindi sulla sacralità della vita. 

BIOETICA LAICA 

La bioetica laica pone a suo fondamento la responsabilità umana di prendere decisioni in merito all’inizio e alla fine della propria esistenza: la cosiddetta “etica della disponibilità della vita, l’individuo deve essere libero di poter scegliere, in situazioni particolarmente difficili, secondo le sue considerazioni, le sue credenze. La bioetica laica non vuole essere antireligiosa ma più semplicemente areligiosa: “essere laici, quindi non implica affatto né l’agnosticismo né l’ateismo, ma solamente l’esclusione di premesse metafisiche o religiose che pretendono di valere per tutti” . In sostanza la laicità indica la dottrina di coloro che non si limitano ad una generica adesione ai valori dello spirito critico e della tolleranza ma ragionano indipendentemente dell’ipotesi dell’esistenza di Dio e non credono: 
1) né nell’esistenza e conoscibilità di Dio
2) né nella creaturalità dell’uomo e del mondo
3) né in un progetto divino delle cose
4) né in un valore trascendente della persona
5) né nella sacralità della vita e bontà intrinseca della vita
6) né nella sua assoluta inviolabilità e indisponibilità
7) né in una verità che precede o orienta la libertà
8) né in una legge morale naturale
9) né in una legge eterna di Dio
10) né in precetti etici assoluti capaci di fungere da fondamento oggettivo o immutabile dei nostri comportamenti.
In altri termini come osserva Papa Benedetto XVI “si parla di pensiero laico, di morale laica, di scienza laica, di politica laica. In effetti alla base della concezione c’è una visione areligiosa della vita, del pensiero e della morale: una visione, cioè, che trascende la pura ragione, per una legge morale di valore assoluto, vigente in ogni tempo e situazioni” . Oggi la bioetica laica è un insieme di diverse visioni ideologiche, comunque anche in mezzo a queste differenze è possibile individuare alcuni valori che concorrono a definire l’approccio “laico” alla bioetica e a distinguerli da quelli ispirati dalle religioni. Per i laici il pluralismo è un valore fondamentale da indicare e da ampliare per la sua conoscenza. Altri aspetti che accomunano e identificano i criteri del porgersi alla bioetica sono: 
  • La centralità dell’autonomia e della libertà individuale nelle decisioni che riguardano la vita e la morte nel senso che non devono esistere limiti alla volontà di autodeterminarsi e di automanipolazione;
  • Il valore attribuito alla qualità della vita; 
  • La disponibilità della vita in relazione alle personali convinzioni e quindi piena autonomia decisionale dell’uomo nello scegliere come vivere e come morire rispetto agli ordini sacri o profani precostituiti, e di conseguenza il diritto di accettare o di rifiutare le cure dopo opportune informazioni. 
In Italia la bioetica si è data un documento di riferimento nel “Nuovo manifesto di bioetica laica” presentato a Torino il 25 novembre 2005. In questo documento sono presentati i principi fondamentali sui quali si fonda la bioetica laica:
  • Il principio della qualità della vita, non sempre la vita è degna di essere vissuta. In determinate situazioni essa deve poter essere modificata o interrotta. Per garantire questo diritto deve essere tutelato il principio di autodeterminazione e di autonomia individuale, nel rispetto degli spazi di scelta altrui, che a sua volta porta ad una scelta liberale.
  • Una società può dirsi liberale quando i suoi cittadini hanno la libertà di esercitare la propria autonomia e tutte le posizioni morali sono ritenute degne di uguale rispetto.
  • Il principio di autonomia, ogni individuo ha pari dignità e non devono essere autorità superiori ad arrogarsi il diritto di scegliere per lui le questioni che riguardano la sua salute e la sua vita. 
  • Il principio di equità, cioè garantire ad ogni individuo un eguale accesso alle cure mediche. 
  • Il principio della separazione della morale dal diritto, dove i principi morali si fondano sull’adesione volontaria da parte degli individui nello sviluppo, soprattutto, nel campo biomedico, il legislatore deve intervenire solo nei casi in cui vi sia una lesione ai danni di altri individui. 
  • Il principio del diritto alla qualità della vita, rappresentato dallo stato di benessere fisico, psichico e sociale per vivere una vita piacevole, produttiva e ricca di significato. 
Il concetto di qualità della vita non è riconducibile soltanto ai dibattiti in merito alla circostanza di fine vita, ma anche riguardo all’inizio della vita umana e durante il suo iter. La vita non è sacra, né in senso biologico né in senso biografico, quello che può essere ritenuto sacro, nel senso di intoccabile e irrinunciabile, è il diritto del singolo individuo all’autodeterminazione nel rispetto della sfera altrui. In questo caso l’individuo ha il diritto di decidere per sé il criterio che determina quando una vita sia decorosa e biologicamente funzionale. A proposito del principio dell’autodeterminazione, che ispira la bioetica laica, interessante sono le parole di Demetrio Neri: 
“Questo principio conferisce ad ognuno di noi il diritto di definire e ridefinire per sé lo stile di vita che intende perseguire, i valori che intende condividere insieme al diritto di poter assumere le decisioni che riguardano la propria vita in modo indipendente e libero da interferenze esterne. In quanto autonoma (e salvo personali limitazioni, come la giovane età o una malattia mentale), ogni persona ha diritto al rispetto delle decisioni che assume per governare la propria vita in accordo ai valori che condivide e alla propria visione del bene. Naturalmente questo diritto trova una limitazione nell’eguale diritto altrui e quindi è del tutto appropriato, su questa base, porre dei limiti alle azioni che ognuno di noi può compiere per realizzare il proprio piano di vita. Questi limiti riguardano le azioni, ma non il diritto all’autodeterminazione in sé considerato: nessuno infatti può arrogarsi il diritto di decidere al posto mio ciò che è bene per me” . 
Concludendo si può affermare che l’impostazione laica parte da alcuni presupposti quale la difesa del principio di autonomia e del rispetto dell’autodeterminazione dell’individuo limitato solamente alla possibilità di un eventuale danno ai terzi che implichi una diseguaglianza tra i cittadini in base al principio secondo il quale la mia libertà deve essere garantita dagli altri e garantire a sua volta la libertà altrui. La bioetica laica vede “nel progresso della conoscenza la fonte principale del progresso dell’umanità, perché è soprattutto dalla conoscenza che deriva la diminuzione della sofferenza umana. Ogni limitazione alla ricerca scientifica imposta nel nome dei pregiudizi che questa potrebbe comportare per l’uomo equivale in realtà a perpetuare sofferenze che potrebbero essere evitate” . 


BIOETICA CATTOLICA 

Mentre a fondamento della bioetica laica è la qualità della vita e la libertà dell’individuo, in quella cattolica è il principio della dignità e della sacralità della vita umana dal concepimento alla morte naturale. 
Questo principio si basa sul fatto che ogni persona è stata voluta da Dio per sé stessa ad immagine e somiglianza del Dio vivente e santo, rendendo la vita di ogni persona non disponibile né nella fase iniziale (esempio pratica dell’aborto) o nella fase terminale (con la sospensione dell’alimentazione e della idratazione artificiale e quindi con l’eutanasia o “suicidio assistito”). 
Secondo la bioetica cattolica la vita è un dono che l’essere umano deve solo gestire con cura e attenzione, il solo a poterne disporre è Dio: “la vita che Dio offre all’uomo è un dono con cui Dio partecipa qualcosa di sé alla sua creatura” . Il principio che l’uomo è stato creato a immagine di Dio è stato chiamato in causa da molti studiosi per sostenere le posizioni del Magistero della Chiesa Cattolica sulle problematiche sollevate dall’evolversi della scienza nel campo medico: “Dio, essere personale, dona all’uomo la dignità di persona: tale dignità è essenziale, riguarda il significato più profondo della vita umana e quindi non può essere diminuita o annullata da niente e da nessuno. Da queste premesse deduciamo che neppure malformazioni fisiche e menomazioni psichiche, per quanto gravi possano essere, sono in grado di affievolire il valore della vita umana, al punto da farle perdere il diritto che è fondamentale per ogni uomo: il diritto alla vita” . Il concetto della “inviolabilità” e dell’“immutabilità” della vita porta alcune conseguenze nell’ambito della biomedicina: il precetto di non uccidere che orienta e regolamenta le decisioni dei medici, operatori sanitari e familiari che devono affrontare situazioni estreme e complicate. Un esempio lo si può riscontrare nell’ambito dei problemi sollevati, nell’ambito dell’opinione pubblica, da aborto ed eutanasia i quali devono sempre essere risolti a favore della vita: nel caso dell’aborto non è lecito ricorrervi neanche in presenza di grave rischio della salute della madre o in quello dell’eutanasia non è giustificato né in situazioni di grande sofferenza né nei casi di una volontaria e consapevole riflessione. Il diritto di salvaguardare la vita è prioritario rispetto a tutto in quanto entità sacra non a disposizione dell’uomo. In sostanza i principi cui si ispirano i documenti del Magistero cattolico che si occupano di questi temi possono così riassumersi: 
  • Principio dell’inscindibilità del significato unitivo e procreativo dell’atto coniugale, il dono della vita umana deve realizzarsi nel matrimonio con atti specifici ed esclusivi degli sposi secondo le leggi inscritte nelle loro persone e nella loro unione. 
  • Principio cui ciò che è tecnicamente possibile non è moralmente ammissibile. Questo principio è particolarmente applicato alla fecondazione assistita, soprattutto nel campo della ricerca non terapeutica dell’embrione. 
Il giudizio morale sui metodi di procreazione artificiale riconosce che l’embrione sin dal suo concepimento è già un essere umano e la loro manipolazione è una offesa alla sacralità della vita umana, e le parole dell’Evangelium Vitae ne sono la dimostrazione: “Anche le varie tecniche di riproduzione artificiale, che sembrerebbero porsi al servizio della vita e che sono praticate non poche volte con questa intenzione, in realtà aprono la porta a nuovi attentati contro la vita. Al di là del fatto che esse sono moralmente inaccettabili, dal momento che dissociano la procreazione dal contesto integralmente umano dell’atto coniugale, queste tecniche registrano alte percentuali di insuccesso: esso riguarda non tanto la fecondazione, quanto il successivo sviluppo dell’embrione, esposto al rischio di morte entro tempi in genere brevissimi. Inoltre, vengono prodotti talvolta embrioni in numero superiore a quello necessario per l’impianto nel grembo della donna e questi cosiddetti “embrioni soprannumerari” vengono poi soppressi o utilizzati per ricerche che, con il pretesto del progresso scientifico o medico, in realtà riducono la vita umana a semplice “materiale biologico” di cui poter liberamente disporre” .
Secondo l’ordine morale cattolico nessun atto può essere lecito se rappresenta una manipolazione dell’embrione: 
  • La fecondazione artificiale eterologa non è conforme alle proprietà oggettive ed inalienabili del matrimonio (il figlio, quale immagine vivente dell’amore dei genitori, può scoprire la sua identità e le sue origini parentali per ricostruire la sua identità personale solo nel matrimonio e soprattutto nella sua indissolubilità). 
  • La maternità sostitutiva è moralmente inammissibile in quanto contraria agli obblighi di una madre verso il proprio figlio perché offende la sua dignità e il suo diritto ad essere concepito, portato in grembo, messo al mondo ed educato dai genitori legati nel matrimonio. 
  • La sofferenza per la sterilità coniugale, pur rappresentando una sofferenza per gli sposi non poter avere figli, non può essere una giustificazione, infatti la Chiesa chiede di tener presente che il matrimonio, inteso come vita coniugale, non perde di valore nell’ipotesi non vi sia procreazione. In questo caso l’amore può essere donato attraverso l’istituto dell’adozione perché il rapporto che scaturisce fra l’adottato e l’adottante è così forte, intimo e duraturo da non essere inferiore a quello fondato sull’appartenenza biologica. 
  • Il ricorso all’aborto, la Chiesa lo definisce come “omicidio” che non può essere giustificato in nessun caso e da nessuna ragione, neanche se serve a salvare la vita della donna: la vita è un dono e come tale deve essere difeso.
La posizione ufficiale della Chiesa nel rapporto tra morale e bioetica è ben chiara nell’Enciclica Veritatis Splendor: “il rapporto tra fede e morale splende in tutto il suo fulgore nel rispetto incondizionato che si deve alle esigenze insopprimibili della dignità personale di ogni uomo, a quelle esigenze difese dalle norme morali che proibiscono senza eccezioni gli atti intrinsecamente cattivi. L’universalità e l’immutabilità della norma morale manifestano e, nello stesso tempo, si pongono a tutela della dignità personale, ossia dell’inviolabilità dell’uomo, sul cui volto brilla lo splendore di Dio. L’inaccettabilità delle teorie etiche teleologiche, consequenzialistiche e proporzionaliste, che negano l’esistenza di norme morali negative riguardanti comportamenti determinati e valide senza eccezioni, trova conferma particolarmente eloquente nel fatto del martirio cristiano, che ha sempre accompagnato e accompagna tuttora la vita della Chiesa” .
Ed ancora: “Di fronte alle norme morali che proibiscono il male intrinseco non ci sono privilegi né eccezioni per nessuno. (…) Così le norme morali, e in primo luogo quelle negative che proibiscono il male, manifestano il loro significato e la loro forza insieme personale e sociale: proteggendo l’inviolabile dignità personale di ogni uomo, esse servono alla conservazione stessa del tessuto sociale umano e al suo retto e fecondo sviluppo” . Il massimo principio morale da rispettare secondo la Chiesa è quello di “non uccidere” che determina, di conseguenza, la condanna, senza appello, dell’aborto e dell’eutanasia: “la scelta deliberata di privare un essere umano innocente della sua vita è sempre cattiva dal punto di vista morale e non può mai essere lecita né come fine né come mezzo per un fine buono. È, infatti, grave disobbedienza alla legge morale, anzi a Dio stesso, autore e garante di essa; contraddice le fondamentali virtù della giustizia e della carità. Niente e nessuno può autorizzare l’uccisione di un essere umano innocente, feto o embrione che sia, bambino o adulto, vecchio, ammalato incurabile o agonizzate. Nessuno, inoltre, può richiedere questo gesto omicida per sé stesso o per un altro affidato alla sua responsabilità, né può acconsentirvi esplicitamente o implicitamente. Nessuna autorità può legittimamente imporlo né permetterlo” . 
Le Leggi che non tutelano la vita umana, in qualsiasi momento, devono essere rifiutate e ostacolate da chiunque: “le leggi che autorizzano o favoriscono l’aborto e l’eutanasia, si pongono dunque radicalmente non solo contro il bene del singolo, ma anche contro il bene comune e pertanto sono del tutto prive di autentica validità giuridica. (…) Ne segue che, quando una legge civile legittima l’aborto o l’eutanasia cessa, per ciò stesso, di essere una vera legge civile, moralmente obbligante” . Questi principi della Chiesa e della loro influenza sulle decisioni da parte di legislatori e politici italiani lo si è visto in occasione dell’approvazione delle leggi sul divorzio e sull’aborto, sulla procreazione assistita e sull’iter legislativo della proposta di legge sull’eutanasia. 
Secondo la Chiesa la scienza e la tecnica devono rispettare i criteri fondamentali della morale cioè devono essere al servizio dell’uomo, dei suoi diritti inalienabili ma soprattutto secondo il progetto e la volontà di Dio.

CONCLUSIONI

La contrapposizione tra bioetica laica della qualità della vita e la bioetica cattolica della sacralità della vita ha portato ad un contrasto incolmabile tra le due etiche: “la contrapposizione tra bioetica cattolica e bioetica laica è stata sviluppata, in buona misura artificiosamente.
E’ una polemica di alcuni centri e studiosi per contrapporre a una visione aperta e rispettosa delle scelte di tutti – quale sarebbe quella laica -, la visione cattolica indicata come chiusa e intollerante, inaccettabile in una società pluralistica ed eterogenea come la nostra.
L’opposizione tra bioetica cattolica e bioetica laica è dunque fuorviante e fittizia” . La contrapposizione tra bioetica cattolica e bioetica laica può essere ridotta con una elaborazione teorica che sia più vicina possibile alle molteplici realtà in cui viviamo, che tenga conto delle differenze reali che caratterizzano la società e che non si basi solo sulla volontà di voler imporre dei principi generali da far valere per tutti senza nessuna distinzione. 
Solo un costante e reale confronto tra modelli di valori diversi potrà evitare le prevaricazioni di alcune correnti ideologiche sulle altre, in questo modo si consente di collocare nella giusta prospettiva i vari problemi che la scienza e la sanità devono affrontare al loro interno. Bisogna lasciare più spazio possibile perché un individuo possa svilupparsi secondo le proprie personali aspirazioni, convinzioni e valori, ma anche con la consapevolezza e la necessità di porre dei limiti solo nel momento in cui ci sia la possibilità di procurare un danno ad altri. Solo con il dialogo si può favorire un atteggiamento che tiene conto delle differenze e che non si nasconde dietro degli intenti e delle volontà inesistenti, il dialogo “contribuisce alla realizzazione personale e alla mutua fecondazione fra le tradizioni dell’umanità che non possono vivere più in stato di isolamento, separate tra loro da muri di diffidenza reciproca” . 

L'autore di questo articolo è Nuozzi Lorenzo

venerdì 10 novembre 2017

Federica Angeli a Nemo: giornalista sotto scorta per aver denunciato il clan Spada

Nella serata di ieri 9 novembre su Rai 2 è andata in onda una nuova puntata del programma Nemo - Nessuno Escluso, in cui è stato trasmesso il servizio integrale del giornalista picchiato da Roberto Spada, Daniele Piervincenzi, mentre indagava sui rapporti tra il partito politico di estrema destra CasaPound e la famiglia Spada, soprannominata Clan della Nuova Ostia per le numerose accuse di estorsione ricevute negli ultimi anni.


Dopo la messa in onda di questo servizio, a rubare la scena a tutti è stata la giornalista Federica Angeli che, su invito dei conduttori di Nemo, ha raccontato la propria esperienza con il clan Spada.
La giornalista vive da ben 1580 giorni sotto scorta per aver raccontato nel 2013 ciò che accadeva ad Ostia, dichiarando successivamente che Roberto Spada è la stessa persona che ha minacciato sia Angeli che i suoi figli tramite Facebook.
Cosa è accaduto nel 2013?
Federica Angeli, assieme a Repubblica, fece una inchiesta riguardo un lido di proprietà di una società, appartenente sia all'ex leader di Casapound, Ferdinando Colloca (ex maresciallo della Marina Militare), sia al cugino di Roberto Spada, Armando.
Per queste indagini la giornalista si mise in pericolo, soprattutto quando il clan la sequestrò dopo aver scoperto la telecamera accesa: subito dopo la portarono in una stanza per intimorirla e per confessarle che ad Ostia comandano loro e che deve volgere lo sguardo altrove.
Nonostante questo Angeli non dimenticò tutto quello che aveva visto, decidendo con tanto coraggio di continuare a vivere ad Ostia con la sua famiglia fino a quando, due mesi dopo, divenne l'unica testimone oculare di un tentato duplice omicidio tra due esponenti della famiglia Spada, costringendo la polizia a metterla sotto scorta.
La giornalista conclude il suo intervento a Nemo con le seguenti riflessioni:
"La realtà di Ostia è questa: quando lo Stato diventa assente, l'anti-Stato diventa Stato e quindi le persone iniziano ad avere fiducia verso i criminali.
Ad Ostia se la gente ha bisogno di una casa, Roberto Spada gliela trova e come?
Picchiando quello che occupa una casa per poi sfrattarlo, oppure se qualcuno cerca un lavoro, Roberto Spada gli offre un posto come vedetta per lo spaccio.
Malgrado questa vita dura e la perdita della libertà, la legalità è una irrinunciabile forma di libertà e, anche se a volte ci si sente soli a combattere il male perchè lo Stato non c'è, ci siamo comunque noi che possiamo essere fieri e che possiamo camminare a testa alta perchè abbiamo scelto di stare dalla parte opposta dei criminali e non è detto che vincano sempre loro".