Non è durata a lungo la speranza di scamparsela: ad uccidere Marcello Cimino, il clochard bruciato vivo nella notte tra venerdì e sabato, è stato un suo coetaneo, Giuseppe Pecoraro. Dalle prime indiscrezioni pare che il movente sia la gelosia: Pecoraro non gradiva gli apprezzamenti di Cimino nei confronti della moglie.
Grazie alle riprese delle telecamere della struttura di accoglienza in cui è avvenuto il terribile omicidio, i Carabinieri sono riusciti a risalire all'identità del colpevole: Pecoraro è impiegato presso un benzinaio della zona e conosceva Cimino in quanto anche lui era solito mangiare presso la mensa dei poveri. Qui i due avevano fatto amicizia e si erano raccontati le proprie vita, sia presenti che future: secondo quanto rivelato da Pecoraro, il clochard Cimino avrebbe esagerato con gli apprezzamenti nei confronti della sua donna. E così nella notte l'uomo ha pensato bene di versargli addosso del liquido infiammabile e dargli fuoco.
Pecoraro è stato fermato mentre passeggiava tranquillamente per strada: si era fatto la barba per non essere riconosciuto, ma una piccola ustione sulla mano hanno fatto ricadere le accuse su di lui che si è giustificato inizialmente affermando di essersi bruciato con la macchinetta del caffè per poi crollare subito dopo. Adesso è stato trasferito in carcere dove attenderà la sua condanna.
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